Salvaguardia degli ecosistemi e regolamentazione del fermo pesca, uso sostenibile delle risorse, prospettive delle filiere ittiche e dell’acquacoltura, attenzione verso i consumatori. Sono questi alcuni tra i punti di confronto e di analisi sviluppati a Catania durante la due giorni di eventi Blue Day. Stati generali della Pesca e dell’Acquacoltura, promossi dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.
«Ringrazio il Sottosegretario Battistoni per aver accolto la mia richiesta di organizzare gli Stati generali della pesca in Sicilia – sottolinea Toni Scilla, Assessore regionale dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea della Regione Sicilia, in apertura dei lavori – Il Governo Musumeci considera la pesca un settore economico portante e strategico per le politiche di sviluppo nel Mediterraneo. Questa due giorni contribuirà, attraverso un confronto franco tra mondo politico-istituzionale e armatori, pescatori e stakeholder, ad individuare le strategie e le politiche per assicurare benessere all’intero settore».
L’Europa e i Paesi che affacciano sul Mediterraneo si trovano oggi ad affrontare una doppia sfida, ancor più impegnativa a causa della pandemia: favorire la crescita economica e l’occupazione nel settore ittico, assicurandosi che tali obiettivi siano però in linea con i principi della ecosostenibilità. In breve, va avviata la “Transizione Blu”: quel processo strategico per cui oceani sani e ben gestiti possano essere sì fonte lavoro e sostentamento, investendo in tecnologie e processi innovativi, ma limitando i danni ecologici e combattendo la pesca illegale. La pandemia di Covid-19 ha infatti colpito duramente le attività di pesca e acquacoltura nel Mediterraneo, determinando forti diminuzioni delle attività, della produzione e drastici cali dei prezzi dei prodotti. In questa fase di riprese e ricostruzione delle attività, è necessario ripartire dalla sostenibilità a lungo temine e dalla resilienza del settore.
Nelle parole del Sottosegretario al Mipaaf, Francesco Battistoni, «gli Stati generali della pesca nascono da un’esigenza di confronto fra le marinerie e le Istituzioni. Al centro degli incontri c’è la volontà di comprendere le necessità del settore, le problematiche delle filiere ma anche quella di dar vita ad un approccio multidisciplinare del settore ittico e dell’acquacoltura. Le logiche del passato che trovavano soluzioni immediate a problemi contingenti sono fallite. Il nostro orizzonte deve essere quello di far crescere le filiere garantendo crescita e occupazione, migliori condizioni lavorative, implementare innovazione e competitività e creare una stabilità economica duratura. Il faro delle nostre azioni non potrà prescindere dalla salvaguardia dei nostri ecosistemi, delle biodiversità e dell’uso sostenibile delle nostre risorse.
Il settore della pesca e dell’acquacoltura è una economia in costante evoluzione e proprio per favorirne lo sviluppo e la tutela è indispensabile far sentire presenti le Istituzioni con programmi comuni di sviluppo e di tutela. Solo con la condivisione di obiettivi univoci fra i partner istituzionali, sociali e territoriali si potranno accompagnare le filiere verso la transizione blu intercettando un futuro solido e di ampio respiro».
«Negli ultimi vent’anni il settore della pesca ha subito profondi mutamenti – ribadisce Riccardo Rigillo, Direttore generale della pesca marittima e dell’acquacoltura Mipaaf – La difesa della specificità del Mediterraneo, della sua peculiarità in termini di biodiversità ambientale e culturale, ha prodotto effetti e norme stringenti di cui oggi paghiamo le conseguenze. Con gli Stati generali vogliamo affrontare insieme alle marinerie, con i partner europei e i settori produttivi collegati, il cambiamento del settore della pesca e dell’acquacoltura. Sicuramente in ambito Ue c’è un forte richiamo al cambiamento. Quello che appare più evidente è l’approccio verso un’economia blu che unisca tutela dell’ecosistema, progresso del settore, occupazione e sostenibilità. La concretizzazione di questo nuovo corso è la strategia del FEAMPA (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura), un fondo da circa 1 miliardo di euro che promuove a livello europeo finanziamenti per sostenere e innovare tutta la filiera. Cogliendo attivamente le opportunità europee, il settore potrà centrare gli obiettivi dettati dalla PCP (Politica Comune della Pesca), dal Green Deal europeo e dalla strategia Farm to Fork (ovvero dalla transizione verso un sistema alimentare europeo sostenibile)».